«Senza soluzioni legislative mirate è a rischio non solo il processo di stabilizzazione degli Lsu e Lpu, ma anche il rinnovo dei loro contratti per un nuovo anno».
Il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, lancia l’allarme in vista della scadenza dei contratti dei circa 4.500 lavoratori che provengono dal bacino degli Lsu e Lpu.
«Sembra che ancora non si sia preso coscienza del fatto che, seppur sia importante chiedere risorse al Governo affinché rimpingui il fondo destinato alla stabilizzazione, se non si procede prioritariamente all’eliminazione dei tetti di spesa che limitano la possibilità di fare nuove assunzioni, non sarà possibile procedere al rinnovo dei contratti né alle stabilizzazioni, se non per un numero di lavoratori molto limitato. In particolare, è necessario che la Regione solleciti Governo e Parlamento affinché prevedano finalmente la deroga alle norme che riguardano il turnover dei dipendenti pubblici. Per legge, infatti, i Comuni possono assumere solo per sostituire i dipendenti che vanno in pensione, parametro che nelle Amministrazioni comunali più piccole, cioè la stragrande maggioranza, è insufficiente ad assicurare la stabilizzazione di tutti i precari. Ecco perché occorre una deroga alla normativa nazionale che possa consentire una programmazione triennale del fabbisogno del personale che vada oltre il turnover. Allo stesso tempo, per sopperire allo scarso fabbisogno delle dotazioni organiche, il presidente Oliverio aveva garantito che avrebbe incentivato, attraverso una legge regionale, la mobilità tra i vari enti dei lavoratori. Ma nonostante sia trascorso quasi un anno, di tale norma non c’è ancora traccia».
Questi i problemi messi sul tavolo dal presidente Callipo, che ha annunciato l’imminente convocazione di un’assemblea di Anci Calabria per un confronto sulla questione tra tutti i sindaci, aperta alla partecipazione del governatore Oliverio e dei parlamentari calabresi.
«Gli amministratori calabresi – conclude il numero uno regionale di Anci – sono molto preoccupati. Non vogliono arrivare a dicembre, alla scadenza dei contratti, senza risposte certe da poter dare ai lavoratori. È urgente, dunque, che la Regione ci dia riscontri puntuali su questioni che sono cruciali non soltanto per il processo di stabilizzazione, ma anche per il semplice rinnovo dei contratti. Lo scorso anno, fidandosi delle rassicurazioni della Regione, i Comuni si sono assunti una responsabilità enorme, procedendo alla proroga dei rapporti di lavoro ed esponendosi così ad eventuali cause risarcimento che possono essere promosse dal lavoratore dopo tre anni di contratti a termine. Trentasei mesi che, dopo l’entrata in vigore del Decreto dignità, sono stati ridotti a 24. Una situazione di grave incertezza e confusione che va risolta con risposte efficaci, perché a fine anno non sarà più possibile continuare a fidarsi di parole che non trovano conferme in atti».