Curinga – L’accoglienza dei migranti può diventare un’occasione di arricchimento sociale e culturale, capace di creare un’economia positiva per i piccoli comuni. Di questo si è discusso sabato scorso nei locali dell’oratorio della Parrocchia di S. Giovanni Battista ad Acconia. L’incontro è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale di Curinga con l’obiettivo di avviare un confronto con i cittadini sul progetto SPRAR, portato avanti insieme dai Comuni di Curinga e Cortale e che oggi accoglie 16 persone, tra adulti e bambini, provenienti da Paesi extraeuropei.
Il sindaco, Domenico Pallaria, ha introdotto i lavori sottolineando il duplice obiettivo di questo incontro: “Da un lato – ha dichiarato – è necessario fare chiarezza e sfatare falsi miti sul progetto dello SPRAR a cui la nostra Amministrazione tiene molto, dall’altro, mi auguro fortemente che da questo confronto nascano i presupposti per un rafforzamento del progetto in una prospettiva di valorizzazione dei centri storici e di lotta allo spopolamento”.
La vice sindaco, Patrizia Maiello, che si occupa direttamente del progetto, ha poi raccontato come è nata l’idea di avviare lo SPRAR: “Il problema dell’emigrazione riguarda tutti: anche noi, secoli fa, siamo partiti per trovare condizioni di vita più dignitose. Di fronte all’emergenza degli sbarchi, abbiamo sentito l’urgenza di fare qualcosa. Tra tutte le ipotesi discusse, – ha continuato la Maiello – quella dello SPRAR ci è sembrata più corretta per Curinga, perché si tratta di un’accoglienza diffusa. Il progetto SPRAR per Curinga e per tutti i piccoli comuni, infatti, è una grande occasione di crescita culturale. Ma non solo. Il nostro comune si spopola, ampie zone sono abbandonate e diventano facile preda di vandali e usura. Accogliere vuol dire frenare questo processo, vuol dire evitare la chiusura delle scuole, ripristinare e occupare le case sfitte, qualcuno in più in paese che fa la spesa. Vuol dire dare un’occupazione ai nostri operatori”.
“Quella dello SPRAR è una formula vincente, perché è un’accoglienza diffusa, calibrata sulla base delle comunità che ospitano”. – così ha esordito Gianluca Callipo, Presidente dell’ANCI Calabria per spiegare il modello SPRAR, nato dal protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno, l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), la Regione Calabria e i Comuni, e che sostituirà i CAS, strutture che possono ospitare un numero ingente di persone. “Il CAS crea un ghetto per gli accolti e paura nelle comunità ospitanti – ha proseguito Callipo – Gli SPRAR, invece, consentono ai Comuni di accogliere un numero di stranieri adeguato alle potenzialità di integrazione: 3 stranieri ogni 1.000 abitanti. Questa formula ha rispetto degli accolti e di chi accoglie. Così si crea un sistema virtuoso, un’economia positiva, per la comunità che accoglie. In Calabria, su un totale di 400 Comuni, quasi la metà ha avviato un progetto SPRAR. La nostra Regione è vero un esempio di accoglienza”.
È poi intervenuto Antonio Marinaro, coordinatore del progetto SPRAR dell’Unione dei Comuni di Monte Contessa, raccontando il lavoro quotidiano svolto dagli operatori: “Su 25 persone, che è il numero massimo che ci è consentito, accogliamo al momento 16 stranieri tra Curinga e Cortale. A queste persone, tramite fondi europei, forniamo sostegno sanitario e psicologico, formazione linguistica e avviamento al lavoro. Le aziende, infatti, possono attivare i tirocini formativi gratuiti e ricevere un bonus di 400 euro al mese per ogni tirocinante. Lo SPRAR è anche un’importante occasione di lavoro. – ha concluso Marinaro – Siamo in tanti ad essere coinvolti in tutte queste attività, anche se la vera accoglienza non la fa il progetto o gli operatori. La vera accoglienza la fanno i cittadini”.
Ha chiuso gli interventi don Giacomo Panizza, Presidente di Progetto Sud, cooperativa impegnata insieme ad altre associazioni nel progetto: “Oggi in questa sala sta succedendo qualcosa di importante, stiamo avendo un confronto creativo, in cui si vince tutti. Se pensiamo in prospettiva, a noi i migranti “servono”. È necessario guardare oltre e lavorare insieme, collaborare per costruire nuove regole di convivenza”.
Si è poi aperto il dibattito con gli interventi dal pubblico, tra gli altri gli operatori dello Sprar di Curinga e di Cortale hanno sottolineato come il progetto sia stato per loro una occasione di lavoro importante nel loro territorio. Durante l’incontro, infine, è stata lanciata una proposta dirompente, che, se realizzata, potrà essere una soluzione alle sempre più esigue risorse dei Comuni: i sindaci Domenico Pallaria e Gianluca Callipo, hanno dichiarato di stare ipotizzando l’accorpamento tra i due Comuni di Pizzo e Curinga.